Elcas |
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| Atterai scomposta e con fatica, tirando un sospiro di sollievo. Posai a terra il corpo, mettendolo supino, Intanto che riprendevo fiato. Ero lontana da casa mai, ma almeno lì non ci avrebbe visti nessuno. Scoprii la ferita e tentai di nuovo di curarlo con il mio sangue, invano. Dopo qualche minuto mi arresi, mi appoggiai contro il muro e mi lasciai scivolare in basso, fino a sedermi, misi la testa tra le ginocchia, e lasciai scorrere su di me tutti gli avvenimenti della giornata, iniziò a piovere ma non mi spostai, rimasi immobile per molto tempo come se non mi fossi accorta di essere bagnata fradicia. Finalmente alzai la testa e volsi lo sguardo sul corpo del ragazzo, l'acqua aveva lavato completamente il sangue dalla sua pelle, scoprendo la cicatrice curata inutilmente dal mio sangue. Iniziarono a venirmi mille dubbi, avrei dovuto chiamare la polizia? o andarmente lasciando lì il corpo? Se chiamerò qualcuno dovrò raccontare una storia a cui a malapena riesco a credere io ... Presi il cellulare dalla tasca, era l'una, mi alzai rischiando di cadere da quelle gambe che sembrava non riuscissero più a reggermi. Poggiai una mano sul muro per rimanere in piedi e quando le mie gambe ripresero sensibilità mi avviai piano verso l'uscita del vicolo.
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